Norcia (27-28-29 Ottobre 2017)
Alcuni dei ricordi più belli che ho con la mia famiglia riunita sono legati proprio a Norcia; questa infatti era una delle mete più ricorrenti dove i miei genitori mi portavano quando ero più piccola.
Ricordo Piazza San Benedetto, il fulcro della città; una piazza sempre VIVA, in qualsiasi stagione: addobbata per il Natale in Inverno e ricca di colori e fiori in Estate, sempre piena di eventi, fiere e concerti, dove centinaia di persone passeggiavano lungo le vie , attratti dalla bellezza del posto e dai profumi dei cibi tipici del luogo. Un intreccio di vicoli, locali, botteghe di artigiani, chiese e tanto altro.
Un posto davvero speciale e grazie a suor Denise ho avuto l’opportunità di visitarlo nuovamente. Stavolta però Norcia non era più la stessa.
27 Ottobre 2017: esattamente un anno dopo il violento terremoto che ha messo in ginocchio l’intera cittadinanza.
Insieme a me a condividere ogni momento, dal più difficile al più gioioso, di questa esperienza di campo servizio, c’erano quattro ragazzi: ARIANNA, VALENTINA, FEDERICO e FRANCESCO.
Siamo arrivati a Norcia con l’intento di vivere ogni momento nella maniera più vera, intima e libera possibile, lasciandoci alle spalle i dubbi e le preoccupazioni della quotidianità di ciascuno di noi.
Ad oggi vi posso dire che arrivare in quel luogo e vedere che niente era più come prima non è stato affatto facile.
Giunti al centro storico tutto intorno a noi erano per lo più macerie, strade distrutte, case dalle mura disastrate, chiese e alberghi in rovina. Della Norcia che abitava i miei ricordi di bambina ormai non restava più nulla.
Il pomeriggio stesso siamo arrivati al campo Caritas, dove si sarebbe svolto il nostro servizio. Siamo stati accolti da Francesca e Rinaldo, una coppia di ragazzi davvero molto gentili al tempo responsabili del campo. Ci hanno fatto accomodare, ci hanno mostrato le nostre camere e come il campo era strutturato.
Successivamente ci siamo divisi in due gruppi e, mentre i ragazzi con Rinaldo si occupavano dell’allestimento della chiesa del campo per un evento che vi si sarebbe svolto quella sera, io con Francesca e le altre ragazze siamo andate a visitare una famiglia per portare loro un pacco di viveri; in seguito Francesca ci ha portato anche in una zona più distante dal campo, da dove era possibile vedere l’effettiva condizione delle case nella campagna, ancora abitate dai nursini nonostante il terremoto le avesse gravemente danneggiate. Cruda e reale era la condizione che le persone del posto purtroppo ancora vivevano a distanza di un anno dal sisma.
La routine al campo Caritas cominciava sin dalle prime ore del giorno. Sveglia alle sei, Lodi del Mattino e subito cominciavano gli impegni del giorno, impegni volti alla crescita e al mantenimento del campo: tra tutti ci siamo occupati della pulizia dei prefabbricati e dei camper messi a disposizione delle famiglie bisognose, abbiamo curato le aree esterne del campo e ci siamo occupati del trasporto di vari oggetti nella città stessa per gli eventi commemorativi che si sarebbero svolti nei giorni successivi.
Nel pomeriggio tutti insieme siamo andati a far visita a diverse famiglie alloggiate nelle nuove case costruite appositamente per i terremotati, per distribuire i contributi stanziati per loro dal campo .
Di queste famiglie tutt’oggi mi sono rimaste nel cuore i sorrisi, nonostante gli occhi lucidi, delle persone che ci hanno accolto e raccontato la loro situazione, il loro passato e il loro presente, e che nonostante tutti i problemi e le fatiche hanno deciso di rimanere, mantenendo viva la loro terra natale tanto amata.
Ho visto la disperazione più autentica e nonostante questo la tenacia e la speranza più grande, in tutte quelle donne e uomini che ogni giorno scelgono di abbracciare la volontà e la forza, per rialzarsi, ripartire e ricostruire sempre più quella vita e quella libertà che è stata loro strappata via.
Un altro momento che ricordo, particolarmente toccante, lo abbiamo vissuto quella sera quando abbiamo preso parte alla Fiaccolata in memoria delle persone colpite dal terremoto.
L’ultimo giorno del nostro campo servizio lo abbiamo dedicato all’allestimento della grande messa in Piazza San Benedetto, alla quale hanno partecipato un numero elevatissimo di persone, per commemorare si le vittime del terremoto, ma anche per manifestare l’impegno di tutta la comunità a sconfiggere paura e rassegnazione.
A distanza di mesi da quei tre giorni posso dire che ancora oggi questa esperienza porta frutti nella mia vita.
Sono partita con l’intento di dare a queste persone quanto più mi era possibile ed ho scoperto alla fine che sono stati loro a dare veramente tanto a me: una nuova prospettiva e una nuova maniera di approccio nei confronti delle difficoltà che la vita può presentare.
Ho capito che porre rimedio ai danni fisici del terremoto è senza dubbio importante, ma questo da solo non basta ed è davvero poco senza l’unione e la cooperazione tra le persone e che, come dice una frase scoperta nella cappella del campo Caritas, è vitale “Ricostruire non solo le case ma anche i cuori” (Papa Francesco).
Vanessa Batocchioni