Sabato 9 febbraio sono venuti a trovarci alla chiesa di Elce, su invito dell’Associazione A.MAR.LUI PG e della Pastorale Universitaria di Perugia, Roberto e Maria Anselma, i genitori di Chiara Corbella Petrillo, per parlarci proprio di Chiara, una giovane, come noi, che attraverso le sue scelte di vita ha testimoniato fino in fondo l’Amore di Dio.
Chiara era una ragazza “normale”, ci hanno raccontato i suoi genitori, una persona molto scherzosa e divertente, molto solare e anche molto determinata nelle scelte, che non scaricava mai sul prossimo i suoi problemi ma sceglieva con chiarezza e decisione, ed è proprio nella concretezza di queste scelte che “ha usato il tempo che il Signore le ha concesso per amare e basta”. Nel 2008, dopo un fidanzamento non privo di prove, Chiara sposa Enrico Petrillo ad Assisi. Dalla prima gravidanza fino all’ultima, affrontano con tanto abbandono al Signore e con la certezza della Vita Eterna ogni prova che la vita pone loro innanzi, fino alla sua morte, avvenuta il 13 giugno 2012.
Agli occhi di molti di noi, la sua vita può sembrare folle e assurda, con scelte troppo eroiche rispetto alle nostre. Eppure ascoltando Maria Anselma e Roberto, si intuisce come Chiara fosse una ragazza comune, con le stesse nostre incertezze, paure, gioie, speranze, sogni… che aveva fatto esperienza dell’Amore di Dio, un Padre che non abbandona e che non toglie nulla se non per dare di più, un amico che a tratti non si capisce ma di cui ci si può sempre fidare: “Chiara parla con il Signore – sottolinea il papà Roberto – come voi parlate con il vostro miglior amico”. È questa relazione stretta, familiare, schietta con il Signore che dà forza a Chiara ed Enrico di accogliere anche le sofferenze e i passaggi difficili e dolorosi della storia della loro famiglia e viverli con una serenità e gioia disarmanti. Mi ha colpito molto, tra i tanti aneddoti che i genitori ci hanno descritto, il racconto dell’ultimo periodo della sua vita, in cui lei stessa pregava per loro perché non se ne andasse prima che avessero accettato la sua morte. Mi colpisce che in quel momento non ci sia un’edulcorazione del dolore e neanche un voler scappare da quella situazione né lamentarsi perché sarebbe potuta andare diversamente, ma c’è una preghiera costante al Signore di poter ricevere “la grazia di vivere la grazia”, cioè di poter vivere fino in fondo quel momento di sofferenza sostenuti dalla forza dell’Amore del Padre; Chiara ed Enrico, infatti, rivolgevano spesso a Dio queste parole: “Facci sentire sempre il Tuo Amore, Signore”.
Vorrei concludere con le parole che Chiara canta al piccolo Francesco qualche giorno prima di morire, non perché dobbiamo imitarla o mitizzarla, ma piuttosto perché la sua vita sia segno per noi di ciò che di grande e audace l’Amore di Dio può compiere anche nelle nostre vite se ci lasciamo amare da Lui, se ci fidiamo della Sua promessa di Amore e di Vita Eterna tanto da compiere scelte che altrimenti non avremmo il coraggio di portare a compimento. Ebbene, nella parte finale del video che ci hanno proposto, Chiara in riva al mare canta al piccolo Francesco, di un anno, queste parole: “la nostra festa non deve finire, non deve finire e non finirà!”.