La Didaché, antichissimo scritto cristiano del II sec., a proposito dell’Eucaristia dice:
“Nel modo in cui questo pane spezzato era sparso qua e là sopra i colli e raccolto divenne una sola cosa, così si raccolga la tua Chiesa nel tuo regno dai confini della terra; perché tua è la gloria e la potenza, per Gesù Cristo nei secoli”.
Tanta emozione per ritrovarci “fisicamente” dopo tanto tempo, potersi guardare occhi negli occhi e comunicarsi la gioia dell’incontro, per godere di una presenza reciproca che è tutt’altra cosa rispetto a quella che si può stabilire attraverso uno schermo. Ma soprattutto la gioia di poter nuovamente rispondere in modo pieno alla chiamata di Dio a riunirci in assemblea, per immergerci nella Pasqua di Cristo Gesù.
Siamo stati raccolti, ognuno proveniente dai suoi due mesi e mezzo di quarantena, fatti di scoperte, di piccole gioie, di conquiste, di alti e bassi, di angosce, di solitudini, di difficoltà, di lotte. Tutto raccolto e portato in quell’unico Corpo, quello di Cristo, affinché tutto diventasse comunione tra noi ed offerta al Padre. Significativo il fatto che questo “ritrovo liturgico” sia avvenuto nella solennità dell’Ascensione, che ci aiuta a fissare gli occhi in Cielo, scoprendo la grande dignità di ogni attimo vissuto in questi mesi, impastato di fragile umanità, che nel Corpo del Cristo risorto, sale come offerto al Padre, in una dimensione divina ed eterna.